lunedì 27 aprile 2009

LA SEMPLICITA' AIUTA A CATTURARE L'ATTENZIONE




Avere un buon sito web è ormai indispensabile, e le grandi aziende ne sono coscienti; per questo spendono ogni anno svariate migliaia di euro per aggiudicarsi un posto nella classifica redatta dal Financial Times. Ovviamente salire sul podio non è lo scopo di questi colossi industriali, ma solamente il punto di arrivo raggiunto grazie ad un biglietto da visita impeccabile, che già a primo impatto dimostra il prestigio del prodotto presentato. Tra le prime posizioni troviamo Roche, Nokia, Eni, IBM...grandi nomi associati alle realtà più disparate, ma tutte con la voglia di allettare il maggior numero di visitatori.
Le caratteristiche che concorrono a definire un buon sito web sono innanzitutto la sua perfetta indicizzazione nei motori di ricerca, in maniera tale da essere così facilmente raggiungibile ottenendo numerose visite giornaliere; i contenuti devono poi essere utili al consumatore che, vuoi per una genuina curiosità o per una necessità di informazioni sta visitando la pagina. La parola d'ordine da non dimenticare rimane comunque la SEMPLICITA' (sovente confusa con la scarsa qualità e mai vista come equivalente della funzionalità), dando così a tutti gli utenti l'opportunità di visitare il sito a prescindere dalle loro capacità informatiche, senza dimenticare l'interazione con essi. Il navigatore vuole essere preso in considerazione, vuole dire la sua, vuole che i suoi bisogni non vengano tralasciati, e poiché il visitatore si traduce spesso in consumatore, sono le sue esigenze a dettare legge.
Una sezione di Help, le classiche FAQ, visualizzazione della pagina in più lingue, puntualizzazione dei contatti con nomi e cognomi, una grafica ariosa e agevole, contenuti in costante aggiornamento: ecco gli accorgimenti per trasformare una vetrina virtuale in un gioiello senza eguali.

domenica 19 aprile 2009

COSA VOGLIO FARE DA GRANDE?


Venerdì 17 aprile, ore 15.30, aula K3: prima lezione del corso di "Informatica applicata al giornalismo". L'atmosfera è rilassata, non si avverte alcuna tensione, e uno ad uno iniziamo a presentarci chiarendo le nostre aspettative una volta laureati. La parola GIORNALISTA esce più o meno dalla bocca di tutti, ma cosa significa oggi essere un giornalista? Avere come occupazione l'esercizio del giornalismo cosa implica di preciso? L'organo di riferimento è quello della stampa scritta o piuttosto quella audiovisiva? Le domande possibili sono tante, e non sempre è facile trovare una risposta per ognuna di loro, ma il campo in cui un futuro giornalista deciderà di agire deve essere chiaro e ben delineato, allo stesso modo in cui un aspirante studente di medicina si appresta a scegliere la sua strada optando per ostetricia piuttosto che per pediatria.
Personalmente ripongo le mie speranze nel mondo delle arti (in particolar modo cinema e letteratura) e al sogno di ritagliarmi un mio spazio dove poter dire la mia in assoluta libertà, criticando od osannando questo romanzo piuttosto che quello, ma sono consapevole che la mia aspettativa è grande, troppo grande, ben al di sopra delle mie attuali capacità, ma ciò che voglio di più da questo corso è appunto avere l'opportunità di imparare più di quanto mi è possibile immagazzinare. Ovviamente nel caso io non sia in grado di sgomitare abbastanza per accaparrarmi un posto di lavoro nel settore, ho già pronta un'opzione di riserva davvero niente male, che implica sempre la scrittura ma dove la mia penna diventa un veicolo di trasmissione da una lingua all'altra: la traduttrice di romanzi. Si tratta di un'idea abbastanza ingegnosa no? Pensateci un po' su, potrei permettermi di concentrarmi soltanto sulla forma e sullo stile, lasciando da parte i contenuti che qualcun altro ha già deciso al mio posto, creando ex-novo pagine e pagine che paradossalmente non trasudano novità...!