domenica 19 aprile 2009

COSA VOGLIO FARE DA GRANDE?


Venerdì 17 aprile, ore 15.30, aula K3: prima lezione del corso di "Informatica applicata al giornalismo". L'atmosfera è rilassata, non si avverte alcuna tensione, e uno ad uno iniziamo a presentarci chiarendo le nostre aspettative una volta laureati. La parola GIORNALISTA esce più o meno dalla bocca di tutti, ma cosa significa oggi essere un giornalista? Avere come occupazione l'esercizio del giornalismo cosa implica di preciso? L'organo di riferimento è quello della stampa scritta o piuttosto quella audiovisiva? Le domande possibili sono tante, e non sempre è facile trovare una risposta per ognuna di loro, ma il campo in cui un futuro giornalista deciderà di agire deve essere chiaro e ben delineato, allo stesso modo in cui un aspirante studente di medicina si appresta a scegliere la sua strada optando per ostetricia piuttosto che per pediatria.
Personalmente ripongo le mie speranze nel mondo delle arti (in particolar modo cinema e letteratura) e al sogno di ritagliarmi un mio spazio dove poter dire la mia in assoluta libertà, criticando od osannando questo romanzo piuttosto che quello, ma sono consapevole che la mia aspettativa è grande, troppo grande, ben al di sopra delle mie attuali capacità, ma ciò che voglio di più da questo corso è appunto avere l'opportunità di imparare più di quanto mi è possibile immagazzinare. Ovviamente nel caso io non sia in grado di sgomitare abbastanza per accaparrarmi un posto di lavoro nel settore, ho già pronta un'opzione di riserva davvero niente male, che implica sempre la scrittura ma dove la mia penna diventa un veicolo di trasmissione da una lingua all'altra: la traduttrice di romanzi. Si tratta di un'idea abbastanza ingegnosa no? Pensateci un po' su, potrei permettermi di concentrarmi soltanto sulla forma e sullo stile, lasciando da parte i contenuti che qualcun altro ha già deciso al mio posto, creando ex-novo pagine e pagine che paradossalmente non trasudano novità...!



6 commenti:

  1. Ma non vale! Tu sei quadrilingue!
    Comunque l'idea di scrivere e ritagliarsi la propria fetta di pubblico "sgomitando" nel mondo web non è male, conosco più di una persona che, grazie ad un blog, sono stati contattati da editori o specialisti nel settore.
    Visto che hanno contattato anche me per un paio di collaborazioni occhio alle bufale ed a preservare i diritti d'autore!

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  2. Spesso viene sottovalutato il lavoro dei traduttori, pensando che sia semplicemente una trascrizione da una lingua ad un'altra.
    Se poi ci si sofferma su alcuni testi tradotti male si capisce quanto sia difficile e soprattutto importante il lavoro del traduttore. per fare il traduttore non è sufficiente sapere le lingue ma bisogna avere una preparazione e un bagaglio culturale adeguato. proprio come il giornalista: non è sufficiente sapere scrivere ma l'importante è come scrivere...

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  3. Condivido pienamente. Senza contare le interviste a personalità straniere le cui parole vengono completamente falsate a causa di una traduzione frettolosa e imprecisa. La parola è un'arma, e se usata erroneamente può ferire, accendendo polemiche interminabili.

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  4. Il lavoro di traduttrice è molto impegnativo e gratificante, e ti ammiro moltissimo per la tua abilità linguistica, perché la mia non è affatto tale (sigh)! In più, come te, anch'io sono molto interessata, o meglio ossessionata, dal mondo della letteratura e del cinema. So che trovare lavoro in questi campi dev'essere fantastico e quasi impossibile, ma d'altronde senza aspirazioni di sicuro non si raggiunge nulla!

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  5. Sono io una di coloro che quel giorno ha detto di voler fare la giornalista e mi rendo conto di quanto sia difficile diventarlo. Anche se la speranza è l'ultima a morire, mi rendo conto che non sarà così facile, forse dovrei cominciare a pensare ad un'alternativa. Il lavoro di traduttrice è affascinante, secondo me, ma anche difficile. Ho provato anche io con le lingue, ho fatto il linguistico, ma l'inglese non è proprio il mio forte (anche se è la lingua che tutti dovremmo ormai saper parlare)!

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  6. Le speranze devono essere la nostra forza motrice, non possiamo farne a meno, ma è anche vero che esistono una miriade di professioni legate all'ambito del giornalismo di cui ignoriamo l'esistenza. Basta ingegnarsi e chiedere consiglio a chi ha accumulato anni e anni di esperianza, e con un pizzico di fortuna l'impiego giusto verrà da sé.

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