lunedì 11 aprile 2011

CHI HA UCCISO LAURA PALMER?


L'8 aprile del 1990 David Lynch faceva il suo debutto in prima serata sul network americano ABC. Twin Peaks diventa subito un fenomeno popolare di tutto rispetto, e le varie citazioni apparse nei Simpson e in un episodio Disney ne sono l'esempio tangibile. La frase tormentone che più rappresentò il telefilm fu senza alcun dubbio «Chi ha ucciso Laura Palmer?», domanda chiave da cui si snodava l'intera trama e che raccolse i consensi di 22 milioni di telespettatori
nell'arco di due serie, per un totale di 20 episodi da 45 minuti l'uno.
Ma che cosa determinò un tale successo di pubblico? Difficile fornire una risposta razionale, considerando che all'oggetto della domanda l'aggettivo razionale non si attaglia per niente. Partiamo dalla trama. La serie inizia come un thriller piuttosto convenzionale: a Twin Peaks, cittadina dello Stato di Washington, sulla battigia di un fiume viene rinvenuto il corpo di Laura Palmer, la reginetta del locale liceo e c'è un agente speciale dell'Fbi che si getta anima e corpo sull'indagine. Fin qui tutto prevedibile ma… volete che David Lynch, l'autore del folle Eraiserhead, giri un thriller qualsiasi? Ecco allora che il detective (l'unico forestiero, il rappresentante del mondo "reale") si ritrova risucchiato in un'inquietante spirale di follia, tra uomini senza braccia che recitano versi oscuri, nani ballerini, misteriosi giganti e scambi di anime. Come dire: se esiste un inferno, deve somigliare molto alla piccola Twin Peaks. C'è poco da meravigliarsi, allora, se il nostro agente speciale finisce col tirare testate contro uno specchio.
Le coordinate del plot sono perfettamente lynchiane, hanno una forte componente surrealista e alternano magistralmente sequenze angosciose ed oniriche trainate da suggestive colonne sonore. Semmai ci sarebbe da chiedersi cosa ci facesse, in prima serata su un network così importante, un regista indipendente del tutto al di fuori dagli schemi. L'esperimento però ha il merito di funzionare in termini commerciali, che è poi l'unico aspetto che stava a cuore a chi ci aveva scommesso su fior di quattrini. All'epoca nessuno vide la cosa in questi termini, eppure Twin Peaks aprì di fatto le porte ai serial televisivi di grande qualità. Per dirne una: senza Laura Palmer non avremmo avuto i naufraghi di Lost.
Altra domanda lecita è che cosa il pubblico medio di mezzo mondo ci abbia potuto capire da una trama così contorta. Di sicuro ci fu chi cominciò a guardare questo telefilm credendolo un thriller come tanti e lo abbandonò per strada appena perse il bandolo della matassa. Qualche altro continuò a guardarlo, pur non capendoci granché, per vedere come sisarebbe conclusa l'intera vicenda. Qualche altro ancora, come Homer Simpson nella puntata del cartoon che rende omaggio al serial, guardò con espressione interdetta il cavallo bianco danzare su due zampe e poi gridò: «Wow! Mitico!». Ma è così che si fanno le grandi produzioni televisive.

2 commenti:

  1. hai sempre dei post originali e divertenti, e twin peaks è una serie molto amata. BRAVA!

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  2. cercavo tuttaltro e per caso ci sno capitato cazzo gia 20 anni cia sta serie?

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