Il
sodalizio artistico che si venne ad instaurare tra la scrittrice di
romanzi Daphne
du Maurier e il regista britannico Alfred Hitchcock è durato
poco meno
di venticinque anni (è infatti questo l'arco di tempo che
intercorre tra i film
Jamaica
Inn - La taverna della Giamaica,
1939 - e The
Birds - Gli uccelli,
1963),
ma lo spettatore quando vede la prima e l'ultima pellicola adattate
da un romanzo maurieriano ha l'impressione che sia trascorso un intervallo
maggiore.
Il
rapporto che si istituì tra i due grandi maestri del brivido
può indubbiamente
essere annoverato come legame di mutua notorietà, essendo l'uno
al contempo il punto di partenza e di arrivo dell'altro. Pensando a Rebecca
(Rebecca
la prima moglie,
1938) ci troviamo davanti ad un caso letterario
di grande impatto, essendo stato scelto come il romanzo più letto
nel 1938 (anno della sua pubblicazione), e il fatto stesso che
Hitchcock lo
scelga come soggetto del suo primo film statunitense dimostra il
notevole effetto
che ebbe sul pubblico. La proiezione di tale pellicola nelle sale cinematografiche
due anni dopo spinse gli spettatori a trasformarsi in lettori,
e gli amanti del romanzo furono incuriositi dalla recente trasposizione
filmica. Differente
fu la sorte di The
Birds,
acclamato come il più indecifrabile e spettacolare
film del regista, ma tra i milioni di persone che hanno avvertito il
desiderio di vederlo solamente una minima parte è in grado di
ricondurre il
soggetto ad un racconto della scrittrice britannica, che si avventura nell'esplorazione
della dicotomia esistente tra cattività e addomesticamento.
Questo
legame a doppio senso è largamente riscontrabile ancora oggi,
ma bisogna
tenere presente che nonostante l'apparenza ogni capolavoro a cui la du
Maurier e Sir Alfred hanno sapientemente saputo dare vita è e
rimane un'opera
a sé, accuratamente racchiusa in un cerchio che con la giusta padronanza
è però possibile schiudere, riconducendola così
al pauroso mondo
in cui hanno sempre abitato questi due riconosciuti talenti
britannici.
Nonostante
la popolarità del regista sovrasti di gran lunga quella della scrittrice,
non bisogna dimenticare che la notorietà che egli riscosse fu
in gran
parte frutto delle trame escogitate dalla romanziera, senza la quale
il misterioso
rapporto tra i sessi costantemente disturbato dai fantasmi passati non
avrebbe visto la luce. Tale indebita omissione è
prevalentemente riconducibile
alla società visiva in cui ci ritroviamo a vivere
passivamente, accontentandoci
troppo spesso di vedere scorrere le immagini davanti a noi, dimenticando
che in genere i fotogrammi che popolano i nostri occhi nascono
come opere letterarie, il cui accesso è possibile solamente se
ci poniamo
come parte attiva del processo.
Ecco perché ogni volta che ci ritroviamo comodamente adagiati sulle poltroncine di un cinema non dobbiamo dimenticarci che dietro alla schermo c'è un regista, e dietro il regista c'è una trama, e dietro alla trama molto spesso c'è un libro. Un libro che non è né meglio né peggio, però è pur sempre il punto di partenza, e i tre romanzi nati dalla
fervida mente di questa dama dell'ordine dell'impero britannico, da
cui Hitchcock
trasse altrettanti indimenticabili lungometraggi, ne sono un brillante esempio.
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