martedì 12 maggio 2009

GF AD URBINO


Viviamo nell'era dei reality show e delle paparazzate ad ogni costo, passiamo le serate incollati alla televisione pronti a silurare il capro espiatorio di turno con un semplice sms, spettegoliamo senza distinzione di colpe sulle vicende dell'inquilino del secondo piano, e creiamo una nostra pagina facebook solamente per scavalcare quell'ingombrante macigno chiamato privacy, giusto per essere informati in tempo reale sui nuovi flirt amorosi dell'ex compagno di scuola, che a dirla tutta non ci è poi così simpatico.
Eccola qui dunque la vita del XXI secolo: sempre più multimediale e desiderosa di appropriarsi dell'angolo virtuale che ancora non le appartiene, come se ci trovassimo nel clou di un avvincente gioco di ruolo da cui è impossibile uscire.
Emblematica mi è parsa la triste vicenda che ha coinvolto un anziano di Reggio Emilia in visita ad Urbino, colto da un infarto mentre si trovava in fila a Palazzo Ducale; i vigili urbani erano presenti ma a nulla sono valsi l'autorità e il timore che una divisa dovrebbe incutere, ed ecco che la tragedia supera il limite imposto dalla comune decenza: avanzare a passo d'uomo non è mai stato così piacevole, ed è davvero una fortuna avere la digitale a portata di mano. Gli scatti in direzione del cadavere si susseguono per ben 40 minuti, e quel corpo esanime ricoperto da un comunissimo lenzuolo diventa la nuova attrattiva.

Direi che è un'immagine che si commenta da sola, ma un dubbio sul comportamento dei turisti mi sorge: era tutta gente che aspettava il proprio turno per ammirare una mostra di Raffaello, quindi dedita all'arte e al mistero della vita in essa racchiusa, persone con una spiccata sensibilità capaci di emozionarsi davanti ad un dipinto o ad una scultura. Questo è ciò che avrei associato ai protagonisti della situazione, ma evidentemente mi sbagliavo: l'inciviltà vive in tutti noi, e il parallelismo arte-umanità non ci appartiene più.

Cosa li ha dunque spinti ad agire in questo modo? Pensavano forse di trovarsi nel bel mezzo di un qualche programma televisivo? Probabilmente la finzione e la realtà si sono fuse facendo credere ai visitatori di essere le comparse in un nuovo episodio dei
RIS, o addirittura di essere tra i fortunati partecipanti di un nuovo gioco televisivo in cui venivano eliminati uno ad uno sul modello dei Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie, solo che qui non c'era nessun televoto. Era semplicemente giunta la sua ora. E i fotografi non erano stati invitati.



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